Sei felice quando entri nel tuo centro ippico?

Magari pensi che il “sì” sia scontato, ma non è detto.

È normale avere ogni tanto un grattacapo con soci e allievi, fa parte del gioco, ma se hai problemi con i collaboratori la tua giornata in scuderia diventa COSTANTEMENTE pesante.

Se ti è capitato di avere un collaboratore che ti fa continue obiezioni, che non capisce o non vuol capire, che non rispetta le tue indicazioni e chi più ne ha più ne metta, sai bene che c’è ben poco di cui sorridere.

Collaboratore deriva da collaborare, in latino “lavorare insieme”.

Una sintesi perfetta in due sole parole.

C’è un’immagine che associo a una squadra di lavoro efficiente ed è un meccanismo fatto di ingranaggi. Hai presente la cassa di un orologio meccanico?

Trovo affascinante pensare che si possa leggere l’ora grazie a quelle rotelline che girano in sincronia.

Ecco, i collaboratori sono le rotelline che fanno funzionare il tuo centro ippico.

La scelta e la formazione del collaboratore

Quanti di voi danno un’importanza adeguata alla scelta e alla crescita della propria squadra?

Intanto che ci pensi, ti dico due motivi per cui dovresti farlo.

Partiamo con il primo.

Ti faccio un paragone. Se tu decidi di investire in un immobile, valuterai con attenzione la scelta, l’uso che vuoi farne, spenderai del denaro per valorizzarlo o per renderlo più funzionale alle tue necessità, ti affiderai a esperti per ridurre i rischi di un acquisto sbagliato.

Non fraintendermi, lungi da me paragonare un essere umano a un immobile, ma quello che voglio passarti è che il collaboratore è un vero investimento, anzi, è il più importante investimento per il tuo centro ippico.

Il collaboratore che è “sincronizzato” con te, ti facilita il lavoro, ti aiuta a raggiungere gli obiettivi sportivi ed economici e, cosa di non poco conto, hai vicino una persona che lavora volentieri.

Ti ricordi?

COLLABORARE = LAVORARE INSIEME

Passiamo al secondo motivo.

Siamo nell’epoca del risultato veloce e questa nuova mentalità non risparmia nessuno.

La troviamo nella persona che si approccia al lavoro, dal cui vocabolario è sparita la parola “gavetta”, e la troviamo nel cliente che ha sempre più esigenze/pretese da soddisfare in tempi rapidi.

Quindi, se da un lato è aumentata la difficoltà a trovare collaboratori che comprendano il valore e l’importanza della formazione sul campo, dall’altro il collaboratore deve avere un numero sempre maggiore di competenze per soddisfare le esigenze del cliente (se hai partecipato all’incontro su Zoom di dicembre sai di cosa parlo; se non eri presente e vuoi una relazione, mandami una mail per richiederla a sis@danielapecchioli.it).

Converrai con me che questo meccanismo porta a una conclusione: la scelta e la formazione di un collaboratore è diventata un’attività decisamente impegnativa.

Non basta più pescare nel gruppo e affidarsi al caso, ma occorrono una serie di valutazioni per ridurre il rischio di investire soldi, tempo ed energia nella persona sbagliata.

Queste valutazioni saranno l’argomento della prossima tavola rotonda su Zoom

Se poi hai la fortuna di avere trovato il collaboratore “giusto”, sarà il caso che ti impegni a non lasciartelo scappare.

Esiste il collaboratore perfetto?

Purtroppo non esiste una formula matematica per trovare il collaboratore perfetto.

Primo, se ricerchi la perfezione non arrivi mai a destinazione (ma guarda un po, mi è venuta anche la rima!).

È come nelle relazioni sentimentali: se cerchi il marito o la moglie perfetta hai la certezza di non trovare nessuno da sposare… o che ti voglia sposare!

Secondo, quello che credi che ti serva, non coincide quasi mai con quello di cui hai bisogno.

Mi spiego meglio.

Può capitare di invidiare il gestore di un centro ippico per i suoi collaboratori: gente attiva, responsabile e, guarda caso, sempre di buonumore.

E magari proporre a questi collaboratori di trasferirsi nel nostro circolo pensando che siano la soluzione a tutti i nostri problemi. E invece i problemi rimangono!

Se io prendo un pesce dall’acquario e lo metto nella gabbia del canarino, il pesciolino non si mette a cantare.

Così un collaboratore che è ben inserito in un determinato contesto, non è detto che si integri in una diversa situazione lavorativa.

Il contesto lavorativo

Ogni centro ippico ha un contesto lavorativo diverso.

Dipende dal tipo di servizio che offre, dall’organizzazione, dall’ambiente di lavoro, etc. etc., e fin qui potrebbero essercene alcuni simili tra loro.

Ma ciò che rende unico ogni contesto è la persona che lo gestisce, l’artefice che lo ha creato.

Quindi, la prima domanda che consiglio di farti prima di scegliere un collaboratore è la seguente:

“Che tipo di leader sono?” (lo so, leader è un vocabolo inflazionato, ma non ho trovato un degno sinonimo).

Ti senti tranquillo solo se hai tutto sotto controllo?

Un po’ di anni fa io appartenevo a questa categoria, quindi ne conosco bene i pro e i contro.

In questo caso hai bisogno di circondarti di bravi esecutori che si attengano fedelmente alle tue istruzioni.

Devi occuparti di dare loro delle spiegazioni chiare e precise (sembra facile… ma anche per fare questo esiste un procedimento specifico) e poi immedesimarti nella figura del gendarme.

La frase tipica del gestore-controllore è “Se non ci sono io, si ferma tutto”.

Effetti collaterali.

Essendo abituato solo a eseguire fedelmente le tue richieste, questo collaboratore non si prende nessuna responsabilità e rimanda a te la soluzione ad ogni problema, grande o piccolo che sia.

La tua presenza in scuderia diventa quindi indispensabile. A tal proposito ho scritto questo articolo Ritieni indispensabile la tua presenza in scuderia? Se la risposte è sì, sei nei guai!

Attenzione poi a non scegliere collaboratori un po’ ambiziosi. All’ennesimo cazziatone che ricevono per essersi presi una minima iniziativa, la loro frustrazione li porterà a fare il meno possibile e a imboscarsi non appena sfuggono al tuo controllo.

Per definizione: lo scopritore di talenti, colui che si occupa di valorizzare le doti di …

Qui ci vuole un po’ più di impegno da parte tua, ma se appartieni a questa categoria sai che ne vale la pena: stai facendo un investimento a lungo termine per il tuo centro ippico.

Il talent-scout è paragonabile al coltivatore: sceglie un terreno fertile, lo semina, lo cura e alla fine raccoglie i frutti del proprio lavoro.

Percepisce nella persona che ha davanti le sue potenzialità (Ha una sana ambizione? Ha iniziativa? Come è la sua comunicazione? Accetta le correzioni? È cordiale? Lavora volentieri insieme agli altri? …) e capisce se sono funzionali al ruolo che vuole affidargli.

Ciò che poi rimane da fare è farlo maturare a livello lavorativo e passargli il tuo sistema di lavoro.

Adesso ti racconto cosa mi è capitato qualche mese fa.

Il gestore di un centro ippico in cerca di un groom mi ha chiamata chiedendomi se ne conoscevo uno da proporgli.

Quando gli ho richiesto le caratteristiche, le competenze, il carattere della persona che cercava, l’ho sentito in difficoltà. Il motivo del suo imbarazzo era che non sapeva darmi alcuna indicazione se non le competenze tecniche: deve fare tot cavalli al giorno, deve muovere i cavalli alla corda, etc. etc.

Conoscevo un ragazzo con poca esperienza ma voglioso di imparare, con una forte passione e un atteggiamento positivo e così gliel’ho proposto.

La risposta del gestore è stata: “Ma io non ho tempo per stargli dietro”.

E sai come è andata a finire? Ha assunto il primo che si è spacciato per un esperto e lo ha sbattuto fuori dopo 15 giorni perché era un lavativo. Ad oggi ne ha già testati altri due e sta ancora cercando quello definitivo, se mai lo troverà…

Una cosa è certa: questa persona non ha capito la differenza tra perdere tempo e investire tempo!

Adesso, anche se sei consapevole che l’istruttore, il groom, la segretaria, possono fare la differenza per il funzionamento del tuo centro ippico, mi rendo conto che, con tutto quello che hai da fare, l’idea di dedicare del tempo alla scelta e alla formazione dei tuoi collaboratori ti possa sembrare troppo impegnativo.

Però ci sono informazioni, considerazioni e procedure che facilitano e snelliscono questo impegno.

Sono il frutto della mia esperienza sul campo e, perché no, degli errori che ho commesso.

Quello che posso fare per te è condividere quello che ho imparato.

E lo faccio volentieri.

A presto

Daniela

P.S. Luned’ 17 maggio organizzo su Zoom un incontro gratuito su questo tema. Se ti interessa partecipare, puoi comunicarmelo con una email a sis@danielapecchioli.it e ti invierò il link per entrare.