Da questa distinzione, lavorare “con” passione oppure “per” passione, è nato il mio sistema di gestione per Centri Ippici. Grazie alla mia esperienza sul campo ho capito, dopo tanti errori e non poca frustrazione, quanto sia importante capire la differenza tra queste due paroline.

La grande passione per i cavalli non ci fa pesare tutto il tempo che dedichiamo a questo lavoro e nemmeno il tipo di vita che facciamo: levatacce al mattino, arrivare alla sera con l’unico desiderio di spalmarci sul letto, affrontare temperature da polo nord o da equatore, una vita sociale scarsa che ci allontana da (ex) amici.

Per chi non ha una grande passione per il proprio lavoro, siamo praticamente degli alieni!

Poi arriva un giorno, magari dopo una delusione o una giornata particolarmente stressante, che ti chiedi quanto valga la pena fare tanti sacrifici (una parola che non era ancora apparsa nel tuo vocabolario). Allora fai caso al tuo conto in banca, pensi a come sarà la tua vita tra 10 anni, al tempo che non hai dedicato alle persone per te importanti. Ma già il giorno dopo ti dimentichi di questi pensieri: la tua passione batte 1 a 0 le domande scomode.

Dove è la differenza

La differenza tra lavorare “con” passione o “per” passione è nell’atteggiamento con cui affronti il tuo lavoro.

Quando fai un’attività per passione, cioè per il puro piacere che ti da, non è un lavoro, è un hobby e lo fai senza porti domande del tipo:

  • quale ritorno economico ho?
  • come posso ottimizzare le risorse?
  • cosa posso fare per essere più competitivo?
  • dove voglio essere tra 5 anni?

La fai e basta! Ti è sufficiente la gradevole sensazione di utilizzare il tuo tempo in qualcosa che ti piace fare.
Niente da obiettare per chi fa questa scelta. Basta esserne consapevoli.
Se invece vuoi fare della tua passione un lavoro, c’è un solo modo per conciliare queste due cose:

farti le domande giuste e anche il prima possibile.

Dall’atteggiamento alle azioni

Mi piacerebbe dirti che basta solo farsi le domande, ma purtroppo così non è. Bisogna anche darsi da fare per trovare le risposte e, soprattutto, passare all’azione.

L’organizzazione

Mi è capitato più volte di sentir dire (a dire il vero l’ho detto anch’io) “Se lavori con i cavalli, sai quando inizia la tua giornata ma non quando finisce”. Non siamo gli unici ad avere questo inconveniente. Ogni persona che ha un’attività in proprio, che sia imprenditore o libero professionista, può ritrovarsi in questa situazione. Come l’imprenditore per la sua azienda e il commercialista per il suo studio, anche per chi gestisce un centro ippico è indispensabile un’organizzazione efficiente per risparmiare tempo e energia e denaro.
In questo articolo ti parlo di uno strumento che ti aiuterà a migliorare l’organizzazione della tua scuderia. https://www.danielapecchioli.it/organizzare-centro-ippico-procedure-anti-stress/

L’aspetto economico

Troppo spesso ho assistito all’agonia e poi alla chiusura di centri ippici per avere esaurito la disponibilità economica oppure perché i gestori erano stufi di tirar fuori soldi. In tutte queste spiacevoli situazioni il problema a monte è la mancanza di una valutazione economica dell’attività del circolo, nessun bilancio preventivo nè consuntivo, nessun controllo periodico per valutare degli eventuali cambiamenti strategici.
Esistono strumenti e formule per calcolare, ad esempio, il punto di pareggio del centro ippico, ossia il punto in cui le entrate totali sono uguali ai costi totali e conoscere così preventivamente quanti cavalli devono essere presenti in scuderia o quante lezioni della scuola devono essere fatte per andare in pari.

Una interpretazione corretta dei numeri della tua scuderia è indispensabile per stabilire la strategia più funzionale per raggiungere i tuoi obiettivi economici.

Improvvisare o destreggiarsi senza dei validi punti di riferimento, è come pilotare un aereo in mezzo alla nebbia. Ossia affidarsi al caso.

La destinazione

Qualche giorno fa ho fatto una passeggiata seguendo dei sentieri di campagna. Rapita dalla bellezza intorno a me, ho camminato senza una meta e… mi sono persa. Fortunatamente avevo con me il cellulare e Google Maps mi ha riportata a destinazione.

Anche un lavoro che ti appassiona può disorientarti perché ti coinvolge totalmente ed è molto probabile perdere la destinazione.

È quello che spesso capita a chi lavora con i cavalli.
Se non vuoi continuare a muoverti per poi ritrovarti sempre allo stesso punto come il criceto nella ruota, o, ancora peggio, a non sapere più dove ti trovi, ti suggerisco di prenderti un po’ di tempo per disegnare la tua mappa lavorativa con il punto di partenza e la destinazione. Il tragitto tra i due punti individuati sarà la tua strategia.
Ma di questo ti parlerò nei prossimi articoli.

Buon lavoro “con” passione!
Daniela

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